Data di pubblicazione:
18 luglio 2005
Troppo rumore, Milano fuorilegge
Fonte:
PoliziaMunicipale.it
Quasi ottomila denunce contro il rumore in sei mesi, con un picco nelle ultime settimane: solo da metà giugno a metà luglio i reclami per inquinamento acustico arrivati alla polizia municipale di Milano sono almeno 650. In cima alla classifica delle proteste ci sono gli schiamazzi notturni: da Brera ai Navigli, fino a corso XXII Marzo, l’Isola, via Lampugnano, via Solari, via Sanzio, piazza Gerusalemme.
Il bilancio delle telefonate ai vigili da gennaio a metà luglio fotografa una Milano assediata dal baccano. In 1.978 dicono basta ai rumori nelle abitazioni (contro i 1.919 dell’anno scorso), in 1.300 non sopportano più il fracasso delle attività commerciali, in 791 sono stufi del traffico: a dare fastidio sono poi gli impianti d’allarme, i cantieri in strada, le manifestazioni pubbliche, i cani che abbaiano, i condizionatori del vicino di casa. Ma i quartieri sono in rivolta soprattutto contro i locali che tengono la musica alta, il popolo della notte che parla in strada a voce troppo elevata, i ragazzi sui motorini
rompitimpani . Dormire diventa impossibile, i cittadini sono esausti: a rischio la salute soprattutto di bambini, anziani e malati. Le segnalazioni a piazzale Beccaria hanno toccato quota 2.525 contro le 2.330 dello stesso periodo dell’anno scorso (più 7%). «Ci arrivano esposti con centinaia di firme - spiega Riccardo Perini, responsabile delle polizia Annonaria -. I controlli sui decibel, eseguiti con l’Arpa,
in tre mesi ci hanno portato a multare dieci dei venti locali visitati. Le sanzioni sono da 1.032 euro l’una». Da settembre a oggi in via Sanzio i ghisa sono stati chiamati almeno duecento volte: e ora i condomini del palazzo al civico 21 sono in causa contro il locale che confina con il loro stabile. L’altro giorno gli abitanti della via hanno contato 300 bottiglie di birra in strada: segno di una notte di festa trascorsa sotto le finestre di chi tentava di chiudere occhio. Altra zona, stessi problemi in piazza Gerusalemme dove almeno 50 famiglie si considerano ostaggi della musica: come provocazione un residente esasperato qualche sera fa ha piazzato la sua auto con il motore acceso davanti all’ingresso del bar. Sui Navigli la mobilitazione antirumore va avanti da anni: «Il prolungamento dell’orario di apertura delle discoteche fino alle 5 del mattino aggrava i problemi - osserva Gabriella Valassina, portavoce del comitato Abitanti dei Navigli -. Ma è soprattutto una questione di controlli: insufficienti di fronte alla crescita di pub e birrerie».
Nel fine settimana l’Annonaria fa sopralluoghi in almeno venti locali, altri
ghisa sono inviati dalla centrale operativa: «È giusto che ci siano verifiche puntuali dove i gestori non rispettano le regole - sottolinea Alfredo Zini, presidente dei ristoratori Epam -. Ma non bisogna criminalizzare tutte le discoteche». Giovanni Bozzetti, assessore agli Eventi, dice basta alle crociate contro il popolo della notte: «La
Milano-metropoli-internazionale deve trovare un equilibrio tra un divertimento responsabile e un po’ di tolleranza da parte dei residenti - afferma Bozzetti -. Così sarebbe possibile tenere aperte
le discoteche fino alle 5 del mattino senza difficoltà». Ma il vicecapogruppo di Forza Italia Alberto Garocchio chiede, per l’ennesima volta, una revisione degli orari di apertura per i locali in pieno centro abitato. (
Corriere della Sera)
Il bilancio delle telefonate ai vigili da gennaio a metà luglio fotografa una Milano assediata dal baccano. In 1.978 dicono basta ai rumori nelle abitazioni (contro i 1.919 dell’anno scorso), in 1.300 non sopportano più il fracasso delle attività commerciali, in 791 sono stufi del traffico: a dare fastidio sono poi gli impianti d’allarme, i cantieri in strada, le manifestazioni pubbliche, i cani che abbaiano, i condizionatori del vicino di casa. Ma i quartieri sono in rivolta soprattutto contro i locali che tengono la musica alta, il popolo della notte che parla in strada a voce troppo elevata, i ragazzi sui motorini
rompitimpani . Dormire diventa impossibile, i cittadini sono esausti: a rischio la salute soprattutto di bambini, anziani e malati. Le segnalazioni a piazzale Beccaria hanno toccato quota 2.525 contro le 2.330 dello stesso periodo dell’anno scorso (più 7%). «Ci arrivano esposti con centinaia di firme - spiega Riccardo Perini, responsabile delle polizia Annonaria -. I controlli sui decibel, eseguiti con l’Arpa,
in tre mesi ci hanno portato a multare dieci dei venti locali visitati. Le sanzioni sono da 1.032 euro l’una». Da settembre a oggi in via Sanzio i ghisa sono stati chiamati almeno duecento volte: e ora i condomini del palazzo al civico 21 sono in causa contro il locale che confina con il loro stabile. L’altro giorno gli abitanti della via hanno contato 300 bottiglie di birra in strada: segno di una notte di festa trascorsa sotto le finestre di chi tentava di chiudere occhio. Altra zona, stessi problemi in piazza Gerusalemme dove almeno 50 famiglie si considerano ostaggi della musica: come provocazione un residente esasperato qualche sera fa ha piazzato la sua auto con il motore acceso davanti all’ingresso del bar. Sui Navigli la mobilitazione antirumore va avanti da anni: «Il prolungamento dell’orario di apertura delle discoteche fino alle 5 del mattino aggrava i problemi - osserva Gabriella Valassina, portavoce del comitato Abitanti dei Navigli -. Ma è soprattutto una questione di controlli: insufficienti di fronte alla crescita di pub e birrerie».
Nel fine settimana l’Annonaria fa sopralluoghi in almeno venti locali, altri
ghisa sono inviati dalla centrale operativa: «È giusto che ci siano verifiche puntuali dove i gestori non rispettano le regole - sottolinea Alfredo Zini, presidente dei ristoratori Epam -. Ma non bisogna criminalizzare tutte le discoteche». Giovanni Bozzetti, assessore agli Eventi, dice basta alle crociate contro il popolo della notte: «La
Milano-metropoli-internazionale deve trovare un equilibrio tra un divertimento responsabile e un po’ di tolleranza da parte dei residenti - afferma Bozzetti -. Così sarebbe possibile tenere aperte
le discoteche fino alle 5 del mattino senza difficoltà». Ma il vicecapogruppo di Forza Italia Alberto Garocchio chiede, per l’ennesima volta, una revisione degli orari di apertura per i locali in pieno centro abitato. (
Corriere della Sera)
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